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Dandy Cocktail

Un drink codificato dal Savoy Cocktail Book, di Harry Craddock, presumibilmente inventato alla fine dell’800, come dimostra la sua trascrizione nel mitico “Cocktails Boothby’s American Bartender” del 1891, un libretto con 361 ricette e trucchi del mestiere.
Il drink è senza dubbio figlio di questo periodo, avendo pochi e conosciuti ingredienti, ma ha nella decorazione data da due zest, uno di limone e l’altro di arancio, un piccolo elemento di innovazione, come la presenza del Cointreau, invece dell’onnipresente Orange Bitter.
Il nome Dandy, sembra pertanto appropriato, derivando da un movimento di pensiero innovatore ed eccentrico, coetaneo alla nascita del drink che ebbe il suo massimo sviluppo agli inizi del 1900. Non ci è dato comunque a sapere se i “seguaci” di tale movimento fossero consumatori di questo drink o se il nome sia stato dato per semplice abbinamento di idee.
Con Dandismo si intendeva un uomo ricercato nell’eleganza sia di linguaggio che di abbigliamento, originale, talvolta eccentrico e provocatorio nelle scelte, con un animo artistico superiore, che scaturiva in un netto rifiuto snobbistico per le masse e l’omologazione, da cui si difendeva chiudendosi nel suo mondo fatto di oggetti ricercati.
Uno degli esponenti di massimo spicco del movimento fu Oscar Wilde, celebre scrittore irlandese noto per i suoi aforismi e paradossi, dalla vita piuttosto intensa e eccentrica, mentre in Italia abbiamo Gabriele d’Annunzio che suggellò le sue convinzioni nel libro “Il Piacere”.

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