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Bar Convent Berlin 2014

convent saloni follaFare un reportage sul Bar Convent di Berlino per i barman italiani è forse inutile…
Infatti questa è la manifestazione che attira il maggior numero di visitatori in assoluto dall’Italia e passeggiando fra gli stand si sente in maniera chiara.
Seguono spagnoli e qualche inglese, ma distaccati di molto dagli italici moxologist alla ricerca di novità e conferme.
Anche la presenza di aziende italiane è molto nutrita e se Londra e Parigi avevano visto la presenza di pochi vermouth ed amari di italica provenienza il Convent ha fatto il pieno.
Aziende piccole e grandi artigianali e non, non rinunciano al mercato tedesco che da sempre è decisamente propenso ai nostri prodotti, così come noi siamo andati a caccia di gin e tequile che ancora non si vedono sul nostro mercato.
Ma è solo una questione di tempo.

GIN e TONICHE
gin sulA Berlino c’erano due gin molto interessanti di produzione tedesca con profumi molto particolari e con dei pack eleganti e curati.
Rimane in atto la “follia del gin” che porta alle fiere decine di prodotti fra i quali bisogna saper scegliere.
A Berlino c’erano almeno 20 gin con nomi e botanici particolari ma che ormai non impressionano più sia perché troppo spinti sotto l’aspetto aromatico sia con pack poco ortodosso nati solo per stupire.
Circa le Toniche presente Goldberg a fare gli onori di casa, ma la più interessante è stata quella allo Yuzu, l’agrume giapponese con cui si poteva anche gustare un ottimo sake, assaggiato lo scorso anno e riconfermato come prodotto d’eccellenza.
I due gin più interessanti tedeschi sono stati il Gin Sul, prodotto dall’unica distilleria di Amburgo, con una bella bottiglia in ceramica ( sullo stile del jenever olandese) e tappo di sughero. Il prodotto profumava di lavanda e di foglie di limone, e risultava molto equilibrato.
granit bavarian ginUnico problema il prezzo di cessione che pare leggermente sopra ogni altro premium gin del mercato attuale.
Il secondo era il Windspiel Gin, un prodotto elegante con etichetta bianca recante un levriero, cane aristocratico che richiama alle origini nobili della famiglia produttrice.
Come particolarità produttiva abbiamo l’uso dell’alcol distillato da fermentato di patate, mentre i botanici sono alquanto classici.
Morbido e con profumi delicati senza eccessi di sorta il prodotto potrebbe essere una valida alternativa ad altri premium. Per completare la proposta la distilleria ha messo a punto una tonica dedicata con lo stesso marchio.
Una curiosità e nulla più: il Granit Gin distillato a in Baviera e filtrato attraverso il granito bianco puntinato caratteristico della zona. Al naso i sentori di pietra umida sono evidenti e particolari ma nulla più, sotto un substrato classico di ginepro. L’originalità dell’etichetta e dell’idea si unisce ad un classico del recente passato, ovvero l’uso delle pietre fredde, in questo caso nuovamente il granito,  per raffreddare i cocktail.
Per concludere da segnalare la presenza dei gin italiani della Bordiga e del Professore che hanno stupito, e non poco i consumatori tedeschi.

SOCHU
sochuIl prodotto ospite di Convent 2014.
Il distillato giapponese aveva uno stand ampio, ricco di proposte molto interessanti.
Secondo i tedeschi sarà la tendenza del futuro grazie al boom dei sushi bar, dove abbonda il sake di qualità scadente, ma nessun distillato di riso o canna da zucchero giapponese.
Qualcuno era invecchiato nelle tradizionali giare di terracotta per molti anni.
I prodotti erano molto interessanti con una gamma molto ampia di profumi che spaziavano dalla frutta fresca, come mela verde o pera, ai sentori di granaglia e lievito tipici dei whisky molto giovani.
I distillati assaggiati erano prodotti con riso e canna da zucchero distillati in alambicco discontinuo di rame o acciaio, sempre di piccolissima capacità.
Una degustazione molto Interessante ma forse un prodotto troppo difficile per il mercato italiano.
Unica soluzione avere una selezione di pochi prodotti (erano presenti oltre 40 distillati di una decina di distillerie) tutto sommato facili e decifrabili al consumatore italiano potendo contare al contempo su un grande barman, esperto di degustazioni, in grado di decifrare profumi e spiegarne metodo produttivo.

VODKA
Nessuna novità su questo prodotto ormai arrivato al suo apice e forse in fase discendente per via delle attenzioni sul gin.
Vodke tedesche senza particolari caratteristiche.
Non sono stati presentati prodotti di richiamo con aromatizzazioni particolari.

RUM
convent 1 tito corderAnche qui nessuna novità di grido, se non le proposte che già sappiamo avendo visitato le fiere di Parigi e Londra e due Convent precedenti.
Le Aziende visitate sono Diplomatico, dove ho incontrato uno dei mostri sacri fra i mastri ronero don Tito Cordero in compagnia dell’amico Samuele, e Gosling, dove era presente il vulcanico e simpaticissimo titolare Malcom Gosgling, insieme al figlio.

CACHACA
Idem come sopra.
Molti prodotti, tutti estremamente morbidi e ricercati.
Le cachaca irruente, fatte di alcol puro non esistono più.
La proposta ormai è fatta di artesiana morbide ed abboccate con profumi primari da fare invidia ad un rum agricolo.
Ma il consumo non decollerà subito, la stagione della caipirinha dovrà forse ancora aspettare un attimo per ritornare come negli anni 90.

BOURBON
convent goldbergMolti scommettono sulla riscossa del Rye whiskey  e dei suoi consumi.
Anche a Berlino c’erano i classici Jim Beam, Jack Daniels, Austin Nichols oltre all’emergente Mitcher’s con stand molto belli.
Negli stand degli importatori si potevano scovare altre chicche provenienti da stati che tradizionalmente non producono rye whiskey come Iowa e Michigan.
Se continua questa spinta innovatrice specie delle grosse realtà ed il bel movimento delle Indie Spirits Distilleries potremmo rivivere i fasti che furono di Jack Daniels negli anni 90.
Da segnalare la nascita delle declinazioni al miele dei maggiori brand. Una tradizione americana e non solo (si pensi alla grappa o al Barenjager),  di ammorbidire i distillati che ritorna in auge in tempi recenti.
Speriamo solo che liquori storici e tipici fatti tradizionalmente con erbe e miele non diventino solo al miele per motivi commerciali….

TEQUILA
tequila jimadorLa novità di Berlino è la riscossa della Tequila e del Mezcal.
Il prodotto di Berlino 2012 ritorna alla grande.
Nel 2012 infatti si era avuto un bellissimo banco di assaggio dei prodotti di tradizione messicana che poi avevano ceduto il passo al Pisco l’anno successivo.
Il Mezcal sta guadagnando nuovi consumatori anche insospettabili fra il gentil sesso, visti i sentori di affumicato ed erbacei tradizionalmente ad appannaggio dei maschietti.
Decine di produttori presenti, molti ormai di casa, come Arette e Fortaleza con i loro prodotti di qualità.
La vera azienda emergente è però La Certeza,  tequila ottimo che potrebbe dare soddisfazioni anche in Italia, visto che è in aumento la richiesta di prodotti “premium”.
don cuataParliamo di tequile  da 60 euro, sia base che anejo, che però potrebbero avere mercato fra gli amanti del buon bere.
Il prodotto è ottimo ed ha raccolto grandissime recensioni, non solo da me.
Il proprietario è un ex conferitore di agavi per Cuervo che si è messo a distillare in proprio.
La recensione sara a breve visibile sul sito.
Questo fenomeno è accaduto in passato in Cognac dove molti con feritori si sono messi a distillare le proprie uve forti di un’ottima qualità.
Il pack è bellissimo e curato come si conviene ormai a tutti i prodotti tequila che hanno perso la connotazione contadina di distillato povero e ruvido.
Chiude la rassegna delle tequile il distillato Don Cuata che si fa notare più che altro per una signorina bionda, molto poco messicana, allo stand, mentre il prodotto risulta meno profumato e più etereo rispetto alle tequila sopra descritte.

MEZCAL
zaguiiIl mezcal era presente con i prodotti oramai di casa a Berlino da due anni.
I marchi assaggiati sono stati ancora una volta San Cosme e Bruxo.
Il migliore mi è sembrato Zaguii con sentori eleganti di affumicato, erbacei di agave e di lievito fresco.
Un plauso anche alla responsabile marketing giovane e bella instancabile nel suo entusiasmo nello spiegare i prodotti anche dopo un giorno intero di stand.
Il mezcal sta facendo passi da gigante a livello qualitativo pur mantenendo una sua rusticità e le caratteristiche note di affumicato ed erbaceo al naso.
I consumatori sono attratti proprio da questo stile, legato alla terra, verace e schietto, ed il mezcal cattura consumatori ogni anno, anche persone insospettabili abituate a gusti decisamente più morbidi e tradizionali.
Speriamo che il successo crescente non sia la porta per una rettifica ulteriore del prodotto, che di per se ha già eliminato molti difetti produttivi individuabili in alcune produzioni due anni fa’.
Le notizie sentite nei vari stand parlano della nascita di un nuovo brand, lo Zignum che sembrerebbe prodotto senza il rispetto della tradizione fra cui spicca il mancato uso della macina in pietra per gli agavi e della fermentazione con lieviti autoctoni selvaggi nei classici tini di legno.

VERMOUTH
cocchiA Berlino c’erano quasi tutti i produttori di vermouth italiani…
Cocchi e Mancino ormai sono di casa.
Da segnalare la presenza di un inedito Dry Vermouth Cocchi che la Casa storica produce in esclusiva per il Savoy di Londra.
Il prodotto è un classico della tipologia con sentori di erbe officinali molto eleganti con un sottofondo vinoso ossidato tipico per la categoria in grado di esprimersi su altissimi livelli in un classico Dry Martini.
Le novità aziendali invece erano rappresentate da Bordiga e Turin Vermouth alla loro prima volta a Berlino.
Quintyne il prodotto francese della Gwine era presente con due comparse in costume in stile Re Sole a cui il prodotto rimanda per via del nome.
Bezarus il vermouth tedesco, ma che segretamente parla, credo quasi sicuramente italiano, non ha raccolto grandi consensi almeno a vedere la frequenza di visita allo stand.

LIQUORI ITALIANI
palliniIl limoncello Pallini fa la parte del leone nella tipologia, in auge in Germania e non solo, nel dopocena.
Il suo prodotto è leader in America e conquista nuove quote di mercato in Europa.
Da notare anche il lancio del Ferro China Baliva un classico della tipologia, riscoperto dalla Pallini e rilanciato sul mercato con buoni consensi.
Segue il Disaronno un sempre verde italiano che non conosce crisi.
La liquoristica italiana prosegue il passo trionfale solito che la caratterizza forte anche della riscossa degli amari che stanno riscuotendo sempre più successo.

PISCO
pisco perùContinua l’ascesa del Pisco il distillato di vino peruviano.
Il Convent del 2013 aveva visto la presenza del banco principale di degustazione con ottimi prodotti recensiti nel paragrafo dedicato del sito.
In Italia il Pisco, dopo alcune date nel 2014, sarà presentato ufficialmente il 15 ottobre a Milano al Four Season dove speriamo di essere presenti nonostante gli impegni di scuola.
A Berlino il pisco aha avuto un grande riscontro di pubblico ed esperti.
Ottimo prodotto, ampiezza di profumi primari, eleganza e meno difetti dello scorso anno su alcuni prodotti artigianali.
Ma anche qui si deve parlare di fenomeno di nicchia per bar specializzati vista l’ampiezza di vitigni e di produttori.
Forse averne qualcuno al bar non sarebbe male, ma solo per i clienti top.

 

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