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Bentley Cocktail

Un grande classico della miscelazione, dei primi decenni del ‘900, creato in onore della famosa casa di automobili inglese. Il drink era uno dei preferiti della grande attrice Elisabeth Taylor che non mancava mai di berlo nelle occasioni importanti, accompagnata dal marito Richard Burton, come ci attestano gli appunti del grande barman Angelo Zola, indimenticato barman del Principe e Savoia di Milano, dove la coppia fu ospite.
Il drink va shakerato, contravvenendo ad una regola della mixologist che consiglia di non agitare i vermouth e i vini in generale, con l’unica altra illustre eccezione del Vesper Martini.
Tornando al drink, viene miscelato per la prima volta nel 1930, dopo la vittoria della Bentley, industria automobilistica di lusso, fondata nel 1919, alla prestigiosa “24 ore di Le Mans”. Tuttora la corsa è un classico molto ambito dai piloti di tutte le classi e forse rimane il circuito più famoso in assoluto in Europa. Il suo creatore è presumibilmente un barman che lavora al bar del circuito ed utilizza i prodotti del territorio per confezionare il cocktail, ovvero il Calvados, il distillato di sidro di mele della vicina Normandia , trovandosi Le Mans nel nord della Francia e il Dubonnet, il vermouth per eccellenza , definito in passato il migliore della categoria.
La vittoria non porta fortuna alla fabbrica di automobili che subisce una serie di cambi di proprietà, complice anche il crollo delle borse del 29 e la successiva crisi, fino al 2003, anno in cui ripete l’exploit di vincere la 24 ore, evento nuovamente festeggiato con la creazione di un cocktail, chiamato Mulsanne, uno dei modelli più prestigiosi della casa Inglese. Il drink completamente diverso dall’originale, vede l’utilizzo di 4 cl di gin, distillato d’obbligo in un drink inglese, unito a 1,5 cl di liquore al melone, 3 cl di succo di pompelmo e ad alcune gocce di sciroppo di zucchero, per un cocktail decisamente più in linea con i gusti moderni.

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