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Black Velvet

IMG_36031-1024x768Due le versioni sulla motivazioni della nascita del drink, ma per il medesimo episodio: la morte del principe Alberto, consorte della Regina Vittoria.
La prima narra che il mix fu inventato in un pub di Londra, il Brook’s Club, inaugurato nel 1764 e tuttora aperto, miscelando la birra scura, la Guinness, bevuta dal popolo e l’aristocratico Champagne, per sancire l’unione empatica fra il popolo e i regnanti, per la dolorosa scomparsa.
La seconda versione afferma che in questo modo si voleva “porre a lutto” lo Champagne, colorandolo di nero, per emulare i bracciali di panno indossati dal corteo funebre.
La tradizione vorrebbe infatti che il cocktail fosse un classico layer con i due liquidi separati, con la birra a fare da ideale fascia nera.
Il Black Velvet rimane, insieme al Lamb’s wool (un mix tiepido di mele cotte ridotte principein purea, birra Ale, zenzero, zucchero e noce moscata) bevuto nei freddi inverni inglesi, uno dei pochi esempi di cocktail a base birra, da sempre difficile compagna di  miscelazione per i barman di tutto il mondo.
Il cocktail viene anche proposto nella versione “Poor man” eseguito con sidro di mele o con il tipico perry, il fermentato di pere tipico della Normandia (con sui si produce il calvados Domfrontais) e del contee inglesi del Glouster ed dell’Hereford.
Il cocktail ha anche una variante prussiana che si dice (fonte Dougla Harper) fosse il preferito di Bismark, fatto miscelando un vino frizzante leggero, un sekt, ed una Schwartzbeer la birra scura tipica di Sassonia.
(grazie a Stefano Nincevich. Bargionale anno XXXIII n°6)

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