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Death in the Afternoon

Ennesimo omaggio di Hemingway al mondo della miscelazione. Questo cocktail semplice, trae ispirazione dal famoso e contestato libro dal titolo omonimo dello scrittore americano. Il libro è di fatto un’esaltazione della corrida, che da sempre divide le opinioni della gente spagnola. Hemingway sostiene che ogni cosa capace di alimentare grandi passioni in suo favore, avrà la medesima spinta contraria.
Hemingway vede la corrida come un’allegoria della vita, come un sottile gioco fra la vita e la morte, mentre la critica lo liquiderà come un saggio inutile, sfoggio di machismo, violenza e crudeltà. Hemingway vede invece nel torero una sorta di sacerdote che officia un rito dell’immortalità tramite la morte del toro.
La sua passione nasce nel 1920 a Pamplona, dove viene celebrata la famosa festa con la corsa folle con i tori, l'”Encierro”, per le vie della città, che termina con una grande corrida.
Lo scrittore rimarrà per tutta la vita legato a questa tradizione e vorrà, anche in punto di morte, recarsi in Spagna per assistere ad una corrida dei suoi amici toreri, Dominguin ed Ordonez.
La ricetta del cocktail è alquanto lacunosa ed empirica, in quanto lo scrittore scrive “Pour one jigger of absinthe into a Champagne glass. Add iced Champagne until obtain the proper opalescent milkiness. Drink three to five slowly..”
La ricetta potrebbe essere stata eseguita con Pernod, ma non ci sono note a riguardo.
Il nome del cocktail è postumo, in onore del suo inventore.

 

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