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Milano-Torino

Il famoso cocktail MI-TO, anche se alcuni preferiscono dire Torino-Milano, per campanilismo sabaudo, vede due diverse tesi sulla sua nascita, decisamente divergenti riguardo la loro collocazione storica. Secondo alcuni nacque agli albori della miscelazione italiana, nella seconda metà del 1800, quando vermouth rosso e “Bitter all’uso di Hollandia”, divenuto poi il Bitter Campari, la facevano da padroni.
Non c’era bar che non proponesse questa miscela aperitiva, già pronta in caraffa, all’interno del suo frigo.
Il drink veniva servito in bicchieri bassi, senza decorazione e ghiaccio. La mancanza del ghiaccio, presente invece nelle codifiche successive, nasce dal fatto che sul mercato non erano ancora presenti i fabbricatori di ghiaccio, che inizieranno ad arrivare, in grande scala, solo alla fine del 1800.
Il nome nasceva dal fatto che per eseguirlo si utilizzavano i due prodotti più rappresentativi delle due città, il Bitter Campari e il Vermouth di Torino, nella sua versione più amara, il Punt & Mes data da un aggiunta di china (paragrafo vermouth del sito).
Secondo altre fonti il primo vermouth utilizzato potrebbe essere invece il Cora, prodotto egemone del periodo, la cui dicitura in etichetta recitava “Amer”, amaro, sempre per via dell’aggiunta di china. L’uso del Punt& mes, sarebbe successivo, per via della scomparsa del prodotto Cora.
La decorazione era fornita da due scorze di agrume, il limone e l’arancio, in grado di influenzare con i loro oli essenziali il cocktail. Molti barman preferiscono anche per il Negroni mantenere questa decorazione che dona maggior secchezza al drink rispetto alla fetta con polpa dolce di arancia.
Il drink fu a lungo il best seller dei bar di tutta Italia, fino all’avvento dell’Americano nei primi del 900 che vedeva, in alcune sue versioni l’uso della soda. Il drink era più leggero e beverino e divenne un vero must con ben dieci ricette ufficiali nel 1936, scritte nel libro di Grassi. (vedi Americano su questo sito)
Il MITO fu quindi modificato e soppiantato ed a lungo sparì dalle preferenze degli italiani, per ricomparire in tempi recenti grazie al recupero del vintage.
Secondo un’altra versione il drink sarebbe stato inventato attorno al 1932, per celebrare l’inaugurazione dell’A4, la Torino Milano che univa i due capoluoghi industriali e che dotava finalmente l’Italia di una moderna via di comunicazione. Talvolta la ricetta viene riportata con dosi leggermente diverse, con 5 cl di vermouth rosso e 4 cl di Campari, con due gocce di liquore al rabarbaro.
Questa aggiunta del rabarbaro non appare assolutamente fuori luogo, anche pensando a quanto segue.
Sul libro di Elvezio Grassi del 1936 “Mille Misture”, oltre che una ricetta di Milano Torino, è presente una declinazione autarchica milanese, detta appunto MILANO-MILANO che sostituisce il vermouth di Torino, con il Rabarbaro Zucca, altro storico famoso liquore della tradizione meneghina. Le note di rabarbaro, botanico presente nel vermouth, ma non in quantità eccessive, si sposano molto bene con le note amare del Campari per una valida alternativa all’originale.

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