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Sidecar

Anche qui ci si trova di fronte a più versioni storiche, con più barman a reclamare la sua paternità. Una di queste sostiene che il cocktail fu inventato a Parigi, ad opera di un bartender del Chatham, lo stesso bar del Rose Cocktail, che lo dedicò ad un suo cliente, un ufficiale americano di stanza in Europa durante la Prima Guerra Mondiale, solito parcheggiare il suo sidecar nei pressi del bistrot. Siamo quindi a cavallo degli anni 1915-1918. La ricetta viene reclamata dal barman Frank Meyer, dell’Hotel Ritz, sempre di Parigi, in virtù di un menù recante il cocktail. In questo caso siamo nel 1923. A complicare la situazione intervengono i due luminari della mixologist di allora. Robert Vermeire autore del “Cocktails, how to mix them” del 1922, codifica il drink ma non cita il suo creatore. Harry Mc Elhone, nel suo libro “Harry’s ABC of mixing cocktails” edito nel 1925, codifica il drink e ne attribuisce la paternità ad un barman di Londra, del Buck’ bar, tale Pat Mc Garry. Successivamente Mc Elhone, dimostrando una certa scaltrezza, nel riscrivere il libro si attribuì la paternità del drink, tra l’altro condendo la situazione con un aneddoto tutto da verificare. Egli sosteneva che un suo cliente, avendo esagerato con questa versione “di scuola francese” del WhiteLady, un cocktail sempre di sua invenzione, avesse centrato in pieno il dehors del suo bar, nel ripartire maldestramente con il suo sidecar. Un’altra versione sostiene che passando vicino al dehor, l’incauto guidatore avesse abbattuto una parte dei tavoli. Mortificato entrò nel bar per chiedere scusa e per riprendersi dello spavento ordinò un Cognac. Il simpatico Harry invece di porgere il solo distillato miscelò prontamente il cocktail, dicendo che lo avrebbe intitolato al protagonista dell’episodio. Ai tempi non c’era la patente a punti e nemmeno nessun poliziotto a poter testimoniare l’accaduto, rimane quindi l’alone di mistero su questo drink, ulteriormente infittito dall’uscita nel 1948 del “Fine arts of mixing drinks” di David Embury, che torna a sostenere la versione dell’ufficiale americano della Prima Guerra Mondiale che a questo punto daterebbe il cocktail introno al 1917/1918… Per terminare una curiosità.
Nel 2001 per festeggiare gli 88 anni del cocktail, il capo barman del bar Hemingway del Ritz Hotel di Parigi, che ovviamente sostiene di detenere la paternità con Frank Meyer, ha miscelato una riedizione del cocktail utilizzando un costoso Cognac Grand Champagne del 1851, distillato da uve Colombard e Folle Blanche, le due varietà maggiormente diffuse prima del devasto fillosserico di fine 800.

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