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White Lady

In questo caso non si hanno dubbi sulla paternità del cocktail, da tutti attribuito al grande Harry Mc Elhone, creatore anche del Sidecar. Egli lavorò sia a Londra che a Parigi e declinò intelligentemente il tema Cointreau e limone, con i due distillati delle due nazioni.
I problemi nascono riguardo la data di creazione, che non viene mai citata nel libro “Harry’s ABC of mixing cocktails”, edito dallo stesso barman. Se volessimo dare credito alla piccola bugia di Elhone riguardo alla nascita e alla paternità del Sidecar, dovremo collocare il drink intorno ai primi anni 20 e pensare, come detto, che esso sia stato l’idea base da cui lui trasse ispirazione, sostituendo il gin con il Cognac. Se invece diamo credito al “Savoy Cocktail Book”, il cocktail nacque nel 1929, in riva al Tamigi, quando Harry lavorava al Ciro’s Club, locale, che vide la nascita di molti drink immortali. A questo punto il ruolo di ispiratore si invertirebbe a favore del Sidecar. Anche il nome White Lady potrebbe avere due possibili spiegazioni: una molto romantica, in quanto si potrebbe pensare ad una signora di bianco vestita, di cui Mc Helhone, barman galantuomo, non svelò mai il nome; la seconda più pratica dovuta alla colorazione bianca lattiginosa che assumeva il drink, appena shakerato.
La storia ci ha dato molte Dame Bianche a cui ispirare successivamente il cocktail di Mac Helhone. Ricordiamo fra le più famose l’italiana Giulia Occhini, l’amante del grande Fausto Coppi, l’indimenticato campione di ciclismo originario di Castellania, quella del compositore francese Francois Boieldieu e la statunitense Ella Fitzgerald che cantava la canzone del grande Duke Ellington, “Sophisticated Lady”.

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