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Zombie

Drink molto alcolico e dolce, con base alcolica tripla, ottenuta con tre rum di diverso invecchiamento, uno chiaro, uno dorato con invecchiamento di 5 anni, come suggerisce la ricetta originale, e un “grado pieno” scuro e con un’elevazione in legno di almeno 15 anni. La gradazione alcolica derivante è in grado di stordire e far camminare come uno zombie cliente che avesse esagerato con le sue ordinazioni. Gli zombie, i morti viventi, sono una creazione della magia vodoo haitiana, divenuti un’icona del cinema horror di tutti i tempi.
Il cocktail nasce in piena Tiki Era, all’indomani del Proibizionismo, quando il rum era l’unico distillato disponibile in buone quantità ed i grossisti ricattavano i gestori dei locali che, per avere una sola cassa di whisky, dovevano acquistare decine di casse di rum. I magazzini erano pieni e quindi bisognava fare di necessità virtù, inventando cocktail con il distillato caraibico, per smaltire le scorte.
Il cocktail fu creato da Ernest Beaumont, divenuto poi famoso con lo pseudonimo di Donn Beach, titolare e “barman mixologist” al “Beachcomber” di Hollywood, che inventò il drink per un cliente timoroso prima di un lungo viaggio in aereo. Il cliente dopo tre drink uscì camminando come uno zombie dal bar, decisamente più allegro e rilassato, in vista del viaggio. Onde evitare il ripetersi di scene del genere, dimostrando un buon senso dell’umorismo e attenzione per il bere responsabile, sul menù del bar è tuttora scritto, che, per statuto della direzione, non se ne servono più di due allo stesso cliente…
La ricetta originale del “Zombie Punch”, questo il nome originale, è leggermente diversa da quella trascritta e parla di ben 11 ingredienti, fra cui spicca uno sciroppo di cannella della “Sonoma syrup company”, il Falernum (uno sciroppo a base di mandorle, lime e zenzero) e un cucchiaio di Pernod. La ricetta fu ritrovata in un libro di appunti denominato “Don’s Mix” appartenuto ad un cameriere di nome Dick Santiago datato 1937. Il lancio del cocktail è però anteriore e risale al 1934 . In questa ricetta viene citata la marca di rum Lemon Hart ed il suo spettacolare full proof, il “151”, secondo molti illustri mixologist il vero “cuore” pulsante del cocktail con i suoi 75 gradi alcolici.
Il drink ha numerose declinazioni presenti su internet e libri di cocktail, tanto che appare difficile essere sicuri di aver trascritto quella originale…
La più frequente variazione sull’aromatizzante alcolico prevede la sostituzione del cherry brandy con l’apricot, mentre non è infrequente l’aggiunta di amaretto. Per quanto riguarda i succhi vi sono ricette con succo di pompelmo, succo d’ananas e frutto della passione, che dimostrano come il drink ebbe un grandissimo successo, paragonabile al Cosmopolitan di oggi, e che pertanto fu “twistato” e modificato da moltissimi barman.

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