GIN DAY 2015
Gin Day, Milano, La Pelota 13 e 14 settembre
Anche se giunto solamente alla seconda edizione il Gin Day organizzato da Bartender.it si conferma come una delle manifestazioni più riuscite del panorama italiano del bere.
Complice il grande momento del gin alla Pelota sono confluiti più di 3000 barman sui due giorni di apertura che hanno avuto modo di assaggiare le novità, e le conferme di mercato, di oltre 30 aziende. Un’ottima occasione per incontrare amici e colleghi che si aggiravano fra gli stand e scambiare con loro due chiacchiere.
Il gin italiano si conferma come il fenomeno del momento, come sentenziato anche da un seminario domenicale aperto al pubblico, bissato il lunedì per sole 50 persone con assaggi guidati, di Fulvio Piccinino, autore anche di questo sito.
La Sardegna, terra di tradizione, a cui gli abitanti sono visceralmente legati, si conferma come la regione del momento con il Solo, un gin ottenuto di sole bacche di Ginepro Coccolone, ed il Giniu, un bel progetto della Silvio Carta, affiancato da Pig Skin. Per gli ultimi due, a completare il profilo aromatico troviamo erbe e spezie tipicamente sardi in unione alla scuola internazionale.
La seconda regione a dare nuove idee, il Trentino Alto Adige con Tovel e Z44 rispettivamente di Valentini e Roner con le resine di pino a connotare il profumo balsamico. Pino Mugo e Cirmolo sono usati da tempo immemore nella liquoristica territoriale come rimedi espettoranti e digestivi e nel gin trovano una nuova declinazione. Chiude la carrellata il nuovo prodotto di Zu Plun, il Moon, che va ad affiancare l’ottimo Dolomite.
Molto interessanti anche le novità rappresentate da Greedy Gin un unione fra sapere anglosassone e fantasia italiana ( la medesima che ispira il VII Hills nato a Londra da cuori italiani) , Fred Jerbis un gin quasi a chilometro zero, il Be8 il gin dei ragazzi del Barzotto di Torino, e Gino il primo Bio Gin del mercato italiano sviluppato dai ragazzi del Laboratorio Origine. La conferme di Roby Marton, Bordiga, e dei Gin del Professore, con in evidenza il dolce Madame si comprendeva bene dal numero di presenze allo stand. Buoni gradimenti anche per l’originale Marconi 46 di Poli, recensito sul sito in anteprima, la cui caratteristica è di avere le vinacce di Moscato fra i suoi aromatizzanti. Un profilo dolce che non mancherà di spiazzare gli amanti del genere.
Infine un gin fuori dagli schemi, Imea, la Gineprina d’Olanda la cui ricetta è un vero e proprio esempio di archeologia liquoristica.
Ritrovata su un libro di ricette di fine 800 viene riportata in luce con un pack tipicamente liberty ispirato ai primi anni 30 italiani, quando vigeva un rigido regime autarchico.
Terminata la rassegna italiana degna di nota la rappresentanza olandese con gin e jenever fra cui l’ottimo Notaris, De Borgen, Wenneker e Silvyus, e tedesca, in special modo bavarese con il Granit ed il Duke già recensiti al Convent di Berlino dello scorso anno.
Oltre ai gin la due giorni è stata scandita da seminari di grande interesse curati da veri mostri sacri del bartending internazionale come Marian Beke, Luca Cinalli, Alex Kratena, i ragazzi del Jerry Thomas che si sono alternati sul palco per presentare le loro metodologie di lavoro ed illustrare la storia dei prodotti.
La scena però è stata monopolizzata da Luca Picchi che al Gin Day ha presentato, presso lo stand Campari e durante un simpatico siparietto, il suo ultimo libro sul Negroni.
Una versione aggiornata e definitiva del suo primo libro, Sulle tracce del Conte, che diventa così un testo fondamentale se si vuole conoscere la storia di questo cocktail che ha fatto e sta facendo la storia della miscelazione.
Per avere una panoramica completa di tutti i gin presenti si possono cliccare i link qui di seguito, il primo legato a Flickr con tutte le foto curate da Severina Cristina, il secondo che porta al capitolo del gin con i suoi protagonisti.
https://www.flickr.com/photos/111710397@N06/albums
https://www.saperebere.com/distillati/gin/